venerdì 14 novembre 2008

Instant Karma - Il battito

Il ROCK come lo intendo io: un paio di occhialini gialli o azzurri inforcati su un naso adunco, la voce graffiante che buca le note, il pianoforte e la batteria che si producono in un ritmo quasi monotono, un'allucinazione tribale che ripete ad ogni battito, uguale ma sempre diverso, lo stesso urlo. Solo John Lennon pote fare una canzone simile. Un instant karma verrà a prenderti e ti picchierà dritto in testa e tu farai meglio ad unirti alla razza umana: il testo è così semplice ed immediato che ti colpisce come uno schiaffo: il rimbombo che monta sul susseguirsi del piano e della batteria è come una folla anonima che ti travolge via dall'isolamento delle false certezze. Instant Karma, verrebbe voglia di continuare a ripetere, anche se magari non significa nulla. Erano secoli che non ascoltavo questo brano: uno dei pezzi che fanno la leggenda di John.

Questo brano nacque come un'invenzione fulminea. John diceva: "L'ho scritto a colazione, registrato a pranzo e pubblicato a cena", e, a parte l'iperbole, fu un pezzo che si sviluppò in un solo giorno, forse meno. E' potente anche il filmato del Live in NYC.


In questo pezzo sta tutta l'anima del rock, che è urlo, percussione ripetitiva, folla, mani in alto e teste che si agitano, e sudore, e mente svuotata. Come in un instant karma appunto!

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