Può l'alienazione di un grande musicista condizionare la sua musica ? Già, alienazione, perchè Monk si comportava e viveva come se non gli importasse nulla del mondo circostante, o comunque confinava nel più piccolo perimetro possibile gli scambi che aveva con l'esterno. Questo è quello che racconta una certa agiografia sensazionalistica su Monk: eppure basta guardare questo video, e socchiudere ad un tratto gli occhi per provare la sensazione avvolgente di un fiore dal profumo finissimo che ti avvolge! E' poesia, è vita ridotta alle impressioni più semplici, quasi una silhouette. Monk da solo valeva un'orchestra, per la sua capacità di ficcare tra i tasti del pianoforte tutta una formazione! Un quartet, un quintet, era tutto nella sua mente. Quando vedo ed ascolto Monk suonare solo, m'illumino: una sorgente di note nella sua mente che zampilla nelle mie orecchie. Ed allora dov'è l'isolamento?
Ho studiato: "Just a Gigolò" è un adattamento, fatto nel 1929 da Irving Caesar, di un motivo austriaco, "Schöner Gigolo" composto un anno prima. La situazione del testo originale è quella di un ussaro, dopo la I Guerra Mondiale, che si lamenta della decadenza della società austriaca, mettendo a paragone il tempo di quando sfilava con la sua uniforme scintillante con il presente che lo vede costretto, per sbarcare il lunario, a fare il "ballerino" a pagamento!